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L'Anno Accademico 2018-2019 dell'Istituto Teologico Marchigiano, sezione di Fermo, sarà inaugurato da S.E.R. il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I ed Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve il 3 novembre 2018 alle 10 presso l'Auditorium S.E. Mons. Gennaro Franceschetti del Seminario Arcivescovile di Fermo
Sarà inaugurato da S.E.R. il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I ed Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve, l'Anno Accademico 2018-2019 dell'Istituto Teologico Marchigiano, sezione di Fermo, il 3 novembre 2018 alle 10 presso l'Auditorium S.E. Mons. Gennaro Franceschetti del Seminario Arcivescovile di Fermo.Il Cardinale pronuncerà il suo discorso inaugurale sull'argomento Ricerca teologica per un rinnovato impegno socio-politico dei cattolici. Egli, rivolgendosi ai vescovi riuniti per l'assemblea generale della C.E.I., lo scorso 22 maggio 2018, aveva esortato tutti a riprendere la riflessione sull'impegno attivo dei cattolici, soprattutto davanti a nuovo scenario della politica italiana. Aveva infatti detto :
"Tra pochi mesi celebreremo il centenario dell’appello ai Liberi e Forti, lanciato da un gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo. Fu l’inizio di una storia, quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltà, di intelligenza. Abbiamo vissuto momenti gloriosi e momenti dolorosi, sperimentato la forza ma anche la debolezza, la meschineria, il tradimento, la diaspora. Vecchi partiti si sono sgretolati, nuovi soggetti sono venuti sulla scena, ma nessuno può negare che nelle migliaia di Comuni italiani ci sono persone che senza alcuna visibilità e senza guadagno reggono le sorti della nostra fragile democrazia. Chi si impegna nell’amministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto: dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed è davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dell’educazione. Quello che ha sempre guidato i cattolici italiani – penso, ad esempio, al beato Giuseppe Toniolo – è stato un grande bisogno di distinguersi e di portare alta la divisa evangelica pure in politica. La storia della Chiesa italiana è stata una storia importante anche per la particolare sensibilità per l’aspetto politico dell’evangelizzazione: nessuna Conferenza episcopale come la nostra possiede un tesoro così ricco di documenti e di testimonianze. Dobbiamo esserne fieri, ma soprattutto è venuto il momento di interrogarci se siamo davvero eredi di quella nobile tradizione o se ci limitiamo soltanto a custodirla, come talvolta si rischia che avvenga perfino per il Vangelo. Dove sono le nostre intelligenze, dove sono le nostre passioni? Perché il dibattito tra noi è così stentato? Di che cosa abbiamo timore? Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi – come ribadiva ieri sera il Santo Padre – ma sono spazi vuoti se non li abitiamo. E spazi dottrinali vuoti o pieni di pia retorica non sono sufficienti a contenere le tragedie di questa umanità in mezzo alla quale la misericordia del Signore ci ha posto".La teologia è via di riflessione, per rinnovare mente e cuore dei credenti che vivono questo tempo, senza la quale la ricerca si potrebbe ridurre ad soliloquio tra addetti ai lavori.
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